G.Verdi Otello opera completa per canto e pianoforte Ed.Ricordi

Otello è un'opera di Giuseppe Verdi su libretto di Arrigo Boito, tratto dall'omonima tragedia di Shakespeare. È la penultima opera di Verdi.

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Descrizione

Otello è un'opera di Giuseppe Verdi su libretto di Arrigo Boito, tratto dall'omonima tragedia di Shakespeare. È la penultima opera di Verdi.

La prima ebbe luogo a Milano il 5 febbraio 1887 nell'ambito della stagione di Carnevale e Quaresima del Teatro alla Scala.

L'azione si svolge in una città di mare nell'isola di Cipro alla fine del XV secolo.

Boito e Verdi eliminarono il primo atto della tragedia shakespeariana, che costituiva un antefatto ambientato a Venezia, allo scopo di rendere la drammaturgia la più serrata possibile.[senza fonte]

Atto I
L'esterno del castello.

In una sera durante un tempestoso temporale. Gli ufficiali, i soldati e il popolo di Cipro assistono atterriti al difficile attracco della nave di Otello, il generale dell'Armata Veneta. Appena messo piede a terra, il Moro proclama la sua vittoria contro il nemico musulmano:

«Esultate! L'orgoglio musulmano sepolto è in mar; nostra e del ciel è gloria! Dopo l'armi lo vinse l'uragano!»

(Otello, Atto I)

L'alfiere Iago – che nutre per Otello un odio profondo, avendo questi nominato Cassio luogotenente al posto dello stesso Iago – trae in disparte Roderigo, un gentiluomo veneziano innamorato di Desdemona e gli confida il proprio odio per il Moro, facendogli poi credere che anche Cassio nutra una passione per la donna. Dunque la rovina del luogotenente conviene a entrambi. Roderigo abbocca e provoca Cassio, già spinto a bere fino all'ubriachezza dal perfido Iago. I due si battono e l'ex governatore di Cipro, Montano, si interpone per fermarli venendo ferito. Il clamore della zuffa fa accorrere Otello che punisce Cassio degradandolo. Sopraggiunge Desdemona. Il Moro ordina a tutti di allontanarsi e rievoca con lei i ricordi tumultuosi della sua vita e la nascita del loro amore. Una dolce notte li attende.

Atto II
Una sala terrena del castello.

Iago continua a tessere la sua tela: consiglia Cassio di rivolgersi a Desdemona, affinché interceda per lui presso il marito, e insinua a poco a poco in Otello il dubbio che fra il bell'ufficiale e la sua sposa sia nata una tresca. Ignara di tutto, Desdemona si rivolge a Otello perorando con calore la causa di Cassio; inavvertitamente lascia cadere il prezioso fazzoletto che lo sposo le aveva donato come pegno d'amore. Iago lo raccoglie sottraendolo alla moglie Emilia, ancella di Desdemona. Quindi narra a Otello di aver udito Cassio rivolgere in sogno parole d'amore a Desdemona e afferma di aver visto il fazzoletto di lei nelle mani dell'affascinante ufficiale. Al colmo dell'ira e della gelosia, il Moro giura di vendicarsi.

Atto III
La grande sala del castello.

Un araldo annuncia l'arrivo imminente della galea che reca a Cipro gli ambasciatori di Venezia. Otello incontra Desdemona, che ingenuamente torna a perorare la causa di Cassio, e le chiede di fasciargli la fronte col fazzoletto. L'imbarazzo della sposa, che si accorge di averlo perduto e non può esaudire la sua richiesta, e l'insistenza con cui ella torna a parlargli di Cassio, fanno esplodere la furia di Otello che, incurante delle lacrime della sposa, la insulta e la scaccia. Iago nel frattempo ha predisposto un colloquio con Cassio, allo scopo di fornire a Otello una prova, all'apparenza inconfutabile, del tradimento. Il Moro assiste nascosto all'incontro dei due ufficiali e, pur non comprendendo tutte le parole, crede di capirne il senso: ode Cassio pronunciare il nome di Desdemona, lo vede sorridere compiaciuto e scorge nelle sue mani il fazzoletto della sposa, che Iago ha provveduto a far giungere nella dimora del giovane, ignaro di tutto. Mentre uno squillo di tromba e un colpo di cannone annunciano l'approdo della trireme veneziana, Otello, ormai certo dell'adulterio della moglie, decide con Iago come e quando ucciderla.

La sala si riempie di dignitari, gentiluomini e dame. Desdemona, in preda a un profondo turbamento, presenzia alla cerimonia accompagnata da Emilia. L'Ambasciatore della Repubblica Veneta reca un messaggio del Doge: Otello è richiamato a Venezia, Cassio sarà il suo successore a Cipro. Lodovico invita Otello a confortare la sposa in lacrime, ma il Moro, che legge nel dolore della sposa la conferma del tradimento, perso ogni controllo, l'aggredisce brutalmente: «A terra!!!... e piangi!...». Poi ordina a tutti i presenti, stupefatti e inorriditi, di andarsene, maledice Desdemona e, in preda a una terribile crisi convulsiva, cade a terra tramortito. Mentre di fuori si inneggia al «Leon di Venezia», Iago constata con feroce ironia: «Ecco il Leone!».

Atto IV
La camera di Desdemona.

In preda a un triste presentimento, Desdemona si prepara per la notte assistita dalla fedele Emilia e intona un'antica canzone. Poi, prima di addormentarsi, recita un'Ave Maria. Otello entra da una porta segreta, si avvicina alla sposa e la bacia. Poi, quando Desdemona si sveglia, la invita a chiedere perdono al Cielo per i suoi peccati poiché la sua morte è ormai vicina. La donna tenta disperatamente di difendersi, ma viene soffocata dal marito con il suo cuscino. Emilia bussa alla porta ed entra appena in tempo per raccogliere le ultime parole della sua signora: «al mio signor mi raccomanda... muoio innocente...». Otello accusa Desdemona di tradirlo, ed Emilia gli rivela che Cassio ha ucciso Roderigo. Alle grida di Emilia – «Otello uccise Desdemona!» – accorrono tutti gli ospiti del castello. Iago fugge inseguito dai soldati, dopo che la moglie ha smascherato davanti a tutti l'inganno del fazzoletto. Ora tutto è chiaro: Otello si trafigge con il pugnale sul corpo della moglie e muore baciandola un'ultima volta.

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